Audio-lutto

editoriale di Francesco Sorino

Dicembre 2022

Bebo Moroni, fondatore nel 2003 e da allora direttore di questa rivista online, la prima del genere in Italia, si è spento ieri, 30 novembre, dopo una lunga malattia.
Malattia innominabile e devastante, che si è insinuata, subdola, e che tempo fa aveva illuso di cedere agli strenui tentativi di ribellione a quella morte, che giusto San Francesco poteva considerare sorella.
Ma noi non siamo dei santi…

Il male di Bebo non era oscuro ma, negli anni che fiaccavano inesorabilmente il fisico, è stato dissimulato dalla sua prepotente vivacità intellettuale.

Recentemente scriveva “Ostinarsi a sopravvivere prende forze che non sai nemmeno di avere“.
Nelle ultime settimane, non riuscendo più a scrivere (lui, che della penna era un virtuoso), comunicava tramite messaggi vocali.
Con voce sempre più debole.
Ma con immutati orgoglio e vitalità intellettuale.

Il suo ingresso nel mondo della comunicazione era stato precocissimo, seguendo le orme e lo pseudonimo che lo sfortunato fratello maggiore, Danilo, aveva lasciato impresse nella cultura underground romana e nazionale. Nelle riviste musicali alternative, come Muzak, e nei programmi musicali radiofonici. Rigorosamente notturni. Dalle primissime radio libere alla RAI.

Non riuscirei mai ad elencare tutte le facce della poliedrica attività di Bebo e non è questo il luogo per snocciolare curriculum o per celebrare la sua agenda, imbottita di incontri con una miriade di personaggi famosi, di ogni genere musicale come della storia della riproduzione audio.
Una raccolta dei suoi aneddoti su tali incontri meriterebbe da sola la pubblicazione.
In più volumi.

Certo, da qualche parte si dice “Chi ha un carattere, ha un brutto carattere” e Bebo non faceva eccezione. Orgoglioso, talvolta vanitoso. Senza mezze misure: amato o disprezzato, amava o disprezzava, col vaffanculo facile. Era funambolo della parola, abile nel passare da frasi struggenti, capaci di pennellare sentimenti complessi, a invettive taglienti e impietose, quando provocato.

Cosa che accadeva spesso: la sua passione, sanguigna, era animata da una brillante vis polemica unita a palesi ideali politici romantici, ed era continuamente pronta ad esplodere, in reazione al dissenso volgare.

Anche la sua visione sul mondo hi-fi condivideva un approccio profondamente idealista, che premiava il valore proprio e condannava le speculazioni sul prezzo. Poteva diventare paladino dei prodotti audio di cui era convinto ma respingeva le clientele prezzolate.
Inutile dire che i detrattori non gli mancavano.
È il prezzo da pagare per sentirsi liberi. Anche di giudicare.
E poi, era un uomo, fallibile, e fra le mille cose fatte non gli sono mancati passi falsi, incidenti, errori.

Ho già scritto da altre parti che la lettura degli articoli di Bebo in AUDIOreview, quelli che sono stati determinanti nel creare in Italia una cultura ed un mercato audio high-end, intorno alla metà degli anni ’80, è stata per me una scintilla che ha acceso una vocazione.
Nonostante io avessi un approccio da tecnico “misurone”, le sue esoteriche recensioni da “ascoltone” mi affascinavano per capacità di scrittura. Per fantasia. Per ironia.
La scoperta del potere della parola scritta (decentemente) spinse l’ingegnere ad avere velleità letterarie, che desideravano andare oltre il gusto per la divulgazione tecnica, per nobilitarla.

Nonostante negli oltre 25 anni precedenti ci fossimo incontrati solo un paio di volte, sentiti in un paio di telefonate e avessimo scambiato rari post nel social network, a inizio 2021 il suo invito a ricostruire una nuova videohifi.com dalle ceneri, già fredde, della turbolenta esperienza precedente, è stato per me una lusinga irresistibile.
Ed eccoci qua.
Questa iniziativa editoriale è difficilmente separabile dai progetti visionari di Bebo, la cui paternità, il cui possesso, sono sottolineati, con evidenza, a partire dalla presenza del suo nome nella grafica della testata.
Lo stesso dominio internet su cui poggia questo sito web è proprietà di Bebo e sarà tutta da valutare l’evoluzione che potrà avere questo progetto editoriale, un embrione già congelato, che da oltre un anno ho mantenuto in forma dimostrativa, interpretando come meglio ho potuto i sogni di Bebo, nella speranza-illusione di recuperare il contributo del suo spirito guida.

Concludo col cordoglio nei confronti di Jacopo e Paolo, diletti figli di Bebo, a cui resterà una rara eredità umana testimoniata in una miriade di parole.
Scritte benissimo.

Francesco Sorino

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