Il primo brano Farewell OK è un rock’n’roll più che classico (con assonanze punk) e subito dopo la title-track The Boy Named If potrebbe essere tranquillamente interpretata come una rilettura di Come Together, con una voce modulata quasi alla Bowie.
Per chi cerca la classica ballad basta portarsi al brano numero 6: Paint the Red Rose Blue, il resto dell’album si colloca in una sorta di meditato limbo in cui la vena rock’n’roll è quella prevalente ma anche il richiamo a sonorità quasi beatlesiane è più che reiterato, The Man You Love to Hate, per esempio, si ispira chiaramente a For the Benefit of Mr. Kite ed in generale aleggia un’atmosfera a metà fra The Magical Mistery Tour e Sgt. Peppers.
Un album del 2021 pensato e suonato in modo consono ad altri tempi, come dire “io, le cose le faccio a modo mio e non ho paura di rispolverare tutto ciò che preferisco o mi emoziona maggiormente”.
Costello per questo suo album si avvale della collaborazione degli Imposters, che poi in pratica sono di fatto i mitici Attractions, pur privi dello storico bassista Bruce Thomas che, già da qualche anno, per divergenze varie con Costello, ha abbandonato la Band.
In 45 anni di carriera Elvis Costello ci ha spesso sorpreso con opere assolutamente uniche, basti solo pensare a Painted from Memory insieme a Burt Bacharach, e questo The Boy Named If non è da meno.
Lo straordinario dell’essere normale potrebbe essere il sottotitolo dell’album, lo spessore artistico di Costello in ogni caso non è determinato per forza dal proporre progetti musicali non sempre di immediata fruibilità.
La prima impressione che ho avuto ascoltando quest’album è stata: toh! Si può ancora oggi fare un album di canzoni.
Il termine canzone, non so se ci avete fatto caso, oggi lo si utilizza sempre più raramente, forse perché i nuovi autori tendono ad evidenziare aspetti che prescindono dal cantare, o forse perché si crede che si tratti di vecchie abitudini e che bisogna andare oltre.
Elvis Costello invece in questo disco, canta e canta pure stramaledettamente bene.
Il primo acquisto musicale del 2022, a dir poco notevole, nella speranza che quelli che magari seguiranno possano essere al medesimo livello.
Una furbata? Un vero ritorno all’ispirazione di base? Un disco che è venuto così?
Costello è sgusciante come un’anguilla, non riesci mai a catturarlo, non riesci nemmeno a comprendere quanto e se ti stia bellamente prendendo in giro. In ogni caso le sue opere sono così impregnate di arte pura che si finisce per mettere da parte la logica e ci si lascia trascinare dalla musica, nel caso di questo disco, dalle canzoni.
Pippo Basile