Prima parte
Sulle origini e ispirazioni varie del giradischi a cinghia con controtelaio flottante, sospeso su molle, vorrei fare chiarezza cominciando dalla storia: il capostipite “ufficiale” di questo sistema semplice ma efficace è l’AR-XA uscito nel 1961!! Nato dalle geniali intuizioni di Edgar Villchur (il fondatore, con tale Henry Kloss, della AR e già inventore dei diffusori a sospensione pneumatica ndr).
Solo 4 anni dopo, nel 1965, una rediviva Thorens in Germania usciva sul mercato con un nuovo modello, rivoluzionario rispetto alla sua precedente produzione svizzera, e guarda caso il sistema di sospensione a controtelaio su tre molle sembra l’esatto clone del giradischi americano AR-XA con in più una intelligente soluzione del pannello di supporto del braccio intercambiabile, soluzione scelta probabilmente dallo staff tecnico di progettazione EMT che subentrò appena un anno prima nella proprietà del marchio ex svizzero.
Volendo essere pignoli e precisi il primo giradischi con telaio su molle e trazione a cinghia non fu nemmeno l’AR-XA del ’61 ma, sempre restando negli Stati Uniti, fu il giradischi della “Components Corporation” del New Jersey del …udite udite, 1953!!!
Tre velocità, motore disaccoppiato elasticamente dal telaio e piatto da ben 11,3 Kg… ma di questo ne parleremo in uno spazio appositamente dedicato!
Nel periodo iniziale, in cui si impose il sistema a cinghia, i primi esempi importanti furono Philips HX301a, il Components, nonché i progetti dei successivi giradischi dei produttori Thorens (TD-124), Perpetuum Ebner, e l’olandese Acoustical (Triotrack e Jobophone). In realtà, il Triotrack aveva una ruota folle che toccava una puleggia, ma dalla ruota folle correva una spessa cinghia di neoprene all’esterno del piatto (sistema poi ripreso da Braun e Philips). Tutti questi prodotti erano stati progettati negli anni ’50 / primi anni ’60 e mostrano che non è stato così difficile per Edgar Villchur e Roy Allison (che ha lavorato in Acoustic Research, e si dice che sia coinvolto anche Mitchell A. Cotter) scegliere questo tipo di trazione. Ma la trovata geniale fu nel progettare il telaio galleggiante (sottotelaio indipendente), costruzione utilizzata per il giradischi Acoustic Research AR-XA!
Linn viene chiamata in causa molto spesso come contributrice alla genesi del giradischi high-end ma ha poco e niente a che fare con lo sviluppo attivo, visto che, di fatto, ha copiato questa idea dall’Ariston RD11 del 1971, quando Linn era solo il produttore delle parti meccaniche Ariston, e solo in seguito ha deciso di creare il proprio giradischi, LP-12 nel 1973!
In foto si vede il telaio originale del Thorens TD-150, con il pannello del braccio intercambiabile che è stato successivamente omesso nel TD 160, 166 e nei modelli successivi. La piastra del telaio su cui era montato il motore era ben disaccoppiata dalla croce fluttuante in metallo, con le tre molle (pari pari l’AR-XA).
La somiglianza esterna del design nel successivo giradischi Linn Sondek è evidente ma naturalmente le lavorazioni meccaniche, materiali, filosofie e concetto del controtelaio flottante sono completamente diverse da Thorens. Se quella era paragonabile alle più prestigiose case automobilistiche tedesche, il Linn LP12 nasceva per essere una Rolls Royce.
Entrando nei dettagli del sistema c’è da dire che non è tutto oro quello che luccica. Uno svantaggio del telaio flottante è che può facilmente spostarsi sul piano orizzontale. Questo può essere provocato da shock esterni. In particolare, la cinghia di trasmissione, nei progetti con piatti leggeri, è responsabile di questa instabilità perché ha un effetto di trazione sul piatto e sul telaio.
Nella maggior parte dei giradischi questa trazione viene neutralizzata riempiendo le molle verticali con schiuma plastica (spugnette). Ma questo smorzamento potrebbe avere qualche effetto sulla qualità generale del suono e in particolare sui transienti veloci (anche se non ne sono molto convinto ma tant’è).
Nel giradischi elettronico Philips 202, il movimento causato dalla cinghia di trasmissione viene invece neutralizzato da una piccola molla, montata di fronte al motore sull’altro lato del piatto, che contrasta la tensione. Questa molla può essere anche regolata, in modo da neutralizzare il tiro e bilanciare il telaio……
(segue)
Chicco Angelo De Romanis