Il destino di molti dischi è quello di essere stati riconsiderati molti anni dopo la loro uscita.
Non è sfuggito a questa regola “Shame” di Brad.
Il disco è del 1993 pubblicato dalla Epic Records e si può definire un progetto autoprodotto.
Lo stile dell’album non è facilmente definibile, Buttercup che è il brano più conosciuto per esempio sin dall’attacco ha un certo retrogusto alla Prince (sostanzialmente si rifà come approccio a “Nothing Compares to You”), il resto dell’opera è un altalenare fra rock ballads e brani melodici come la quarta traccia “Screen” con tanto di approccio in falsetto del ritornello.
L’impressione generale è che più che un progetto ben definito ci si trovi davanti ad una “jam organizzata” dove la vera perla è 20th Century giocata fra funk e funky (vedi linea di basso), non so quanto tutto ciò fosse voluto o trovato in corso d’opera, una cosa è certa, l’album fra “idea”, realizzazione e stampa fu pronto in pratica in soli 20 giorni.
Una curiosità, “Shame” in realtà doveva essere il nome della band, ma esisteva già un gruppo con questo nome (la band di Brad Wilson) così si scelse, in uno strano gioco, di utilizzare proprio Brad per identificare il gruppo.
Nonostante una certa varietà di spunti ed una realizzazione di livello l’album ebbe un modesto riscontro alle vendite, vivacchiando nelle posizioni di ripiego delle Chart.
Il suono decisamente grezzo e il mix di stili fa di “Shame” un album decisamente interessante ed assolutamente attuale (si potrebbe pensare che sia un disco uscito adesso).
Da ascoltare o riascoltare.
Pippo Basile